Inediti
AMINA NARIMI
***
Nel corpo fa la neve e corre ancora
quel bambino con la cenere negli occhi,
il respiro più pulito che conosco
fra le albere di casa e le tue stanze.
La gioia non ha opposti in una lacrima,
se fa così tanto giorno dove siamo.
***
Non fai altro che nascere ogni giorno
murmure muto mistero.
Dov’è natura sempre nostra figlia
questa casa modesta è un inchino,
nel più piccolo esicasmo della notte,
madre materia mano matrice.
Così foro il punto estremo delle dita,
e passa l’aria fresca e dona un suono
che sale come un’albera ai più cari.
Dove incidi le distinte e sempre tue
primissime compagne del silenzio
memoria pura è il fremito commosso,
la spirale che ti porta fra le stanze,
per quanto disadorne, la concordia –
confusa col dolore mentre sale,
ma è il profumo del terriccio appena nato
dai frammenti cavi delle ossa.
La sorgente è il nostro albero disfatto
e il cuore del gigante che si spezza
è quella donna accovacciata dentro il petto,
che malgrado il forte vento la scompigli,
la giumella dei suoi petali rimane
l’acconsento che la pioggia non scolora.
***
Saremmo morte senza l’ombra del dolore
che ci ha messo sulle spalle le montagne,
che ha condotto dalle celle della vista
ai monti benedetti le ossa cave.
La strada danza nel piccolo salterio
del fiume di portata e la sua voce
va nel respiro quieto di un bambino
quando dorme nella stanza accanto;
ripentendo siamo salvi al posto giusto
siamo mondi ancora, insieme
siamo casa
di una giumella semplice che attende
il silenzio e sacro vuoto del Natale.
Amina Narimi, all’anagrafe Claudia Sogno, è nata a Bologna nel 1963. Suoi testi sono presenti in diversi siti e lit-blog. Nel 2015 ha pubblicato la raccolta d’esordio Nel bosco senza radici (Terra d’ulivi).
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Fotografia © Paolo Gioli
04/02/2022