Inediti
ANTONIO PIBIRI
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Avrei potuto dormire, beato sul dorso dell’asino.
Invece il fiume scompare nella sete,
in arricce labbra di crepe
Il turbante quattro più quattro spire d’intestino
avvolto intorno al capo. Lo stivale preme di gusto
una lucertola contro il fango
(ho solo distrutto, distrutto)
contro placche tostate, budella, occhi esplosi,
il verdeschiuma, sembra mi guardi sbieca
come sulla terra l’inferno,
sembra abbia paura, hai paura?
(ho solo distrutto, raccolto sembianze)
L’inizio di dio lo inneschiamo,
lo perdiamo, non si placa nel segno?
***
I malati con attizzatoio piantato nel petto
seguono le vicissitudini del rigo d’acqua
ai vetri del sanatorio di Sondalo.
Unico animale con l’imbarazzo delle mani
portano alla bocca una crisalide
croccante di futuro.
Dal giardino i fiori del sambuco si protendono
fino al carrello per l’igiene, suggono
i dolci piedi del morente.
La foglia non vale meno
del suo albero
***
Sotto scariche elettroacustiche di cielo
il tuo volo caduto dalla finestra
certo non glissa verso altezze
il gesto crinito e perpendicolo
ora hai un po’ meno colore
ora ripiega inerme il labbro
amplifica il silenzio
tu scivoli nell’oscuro calco della mano
in complicità col destino
nessun fantasma sonoro
duomi, nicchie risonanti
ti raccolgono i barbigli da terra
non hai fertili le ossa
di sartoria, chi le riassesti
e poi quanto al morire saprai
dall’ampio spettro del tacere
dal vasto antro dell’udito
che sopravanza l’ascolto
la musica più bella
è perché non parla
Antonio Pibiri è nato a Sassari nel 1968 e risiede ad Alghero. Ha pubblicato: Il mondo che rimane (Lampi di stampa, 2010), Le matite di Henze (Lampi di stampa, 2014), Chiaro di terra (L’Arcolaio, 2016), Il prezzo della sposa (L’Arcolaio, 2018), In cosa consiste il lavoro (L’Arcolaio, 2020), Nell’entusiasmo di non sapere (Effigie, 2023), nonché l’antologia critica, a cura di Carlo Carmelo Pistillo e Antonio Fiori, Le strane forme in cui ci salviamo (Delta 3, 2021).
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Fotografia © Christopher McKenney
20/10/2023