Inediti
CRISTINA SIMONCINI
***
È arrivata mia sorella a salvarmi:
un groppo di silenzio si è incastrato
nella gola, lei prende la parola –
ascolta il borbottio, sfila la lisca
d’ansia, riesco a inghiottire –
spiega agli altri bambini cosa accade:
è un piccolo disturbo,
un giorno sarà grande e passerà.
È risoluta, dice:
se lei non gioca me ne vado anch’io.
***
Fresco che si trattiene nel portone
nostalgia di sedie in cerchio
e codazzi sbracati di bambini,
zoccolio di scale e occhi occhi
dietro i battenti – i mestieri
seguono le vite da vicino –
la bici svogliata aspetta nel vicolo
dove la figurina di Bruno Bolchi
centrocampista dell’Internazionale
batte Suarez e con un urlo vola lontano
dall’alveare scalcinato dei ragazzi.
***
Pensate, sono nata da un vuoto
al centro della testa di mio padre.
Originale – chiusa dentro com’ero
lo sapevo bene – venire dal luogo
in cui si articola il silenzio
e si traduce in mira maniacale.
Ero un granello della sua vocazione
a frantumare il disco osservandolo
da un piccolo foro circolare – lì intorno
solo prurito di polvere da sparo,
di imbarazzante perfezione.
Io acquattata, lui a puntare il fucile –
forse era quello il guaio, non aveva
intenzione di ferire: non mi vedeva.
Cristina Simoncini è nata a San Giovanni Valdarno (Arezzo) nel 1966. Suoi testi sono apparsi su riviste e blog letterari.
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Fotografia © Natalia Evelyn Bencicova
19/09/2023