Inediti
FLAVIO FERRARO
***
Avvezzi alla fine, devoti
all’epos della rugiada.
Sempre intenti, l’orecchio
teso, per ascoltare la marea
che sale, il ramo che si spezza –
l’intera vita intrisa di sfacelo,
il tutto che si tarla.
Ma quel tramonto
che inghiotte ogni cosa
– fiumi alberi colline –
senza successori né seguaci,
è qualcosa che pochi
osano guardare.
Apri gli occhi, dimmi
una parola che non trema.
***
La dismisura, certo, l’incantato
prodigio che si ripete
all’apice del cuore; la parusia
delle foglie dopo il temporale,
quel fervore tra le felci
appena udibile in principio,
poi sempre più fitto,
interminabile.
Finché colti dalla furia
del meriggio, quando persino
l’ombra si ritrae, inermi
davanti alle cose, nudi
come loro.
Ma il sole allo zenit, fermo
sopra la testa dell’eroe,
di colui che è andato oltre –
è insostenibile.
***
Il centro, il punto esatto
della trafittura.
Indovinare quale forma
avrà la neve, che nome
quel tormento,
mentre nell’anima
scorrono i millenni.
Chi ha visto quella luce
non torna a raccontarla.
Flavio Ferraro è nato a Roma nel 1984. Poeta, saggista e traduttore, collabora con diverse riviste. Tra i suoi libri di poesia: Sulla soglia oscura (La Camera Verde, 2010); Da un estremo margine (La Camera Verde, 2012); La direzione del tramonto (Oèdipus, 2013); La luce immutabile (La Camera Verde, 2019). Tutta la sua produzione poetica è ora raccolta nel volume Il silenzio degli oracoli (L’Arcolaio, 2021). Sempre nel 2021 è uscita la sua traduzione delle Odi di John Keats (Delta 3, 2021). Per la saggistica ricordiamo La malvagità del bene. Il progressismo e la parodia della Tradizione (Irfan, 2019). Sue poesie e traduzioni (da Keats, Shelley, T. S. Eliot e Dylan Thomas) sono apparse su numerose riviste online e cartacee, in Italia e nel Regno Unito. Le sue poesie sono state tradotte in inglese, arabo e spagnolo.
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Fotografia © Margot Wallard
23/11/2023