***
Tu non sai l’incedere tortuoso
dei miei anni, gli arrivi trafelati,
le ronde intorno al sogno,
il cappio, la strettoia degli affanni;
quel breve ornato degli incisi,
nel largo intenso cerchio dei bisogni.
E padre e figlio sono di quest’ansia:
inchiostro, carta e viva fiamma
in cui lo sguardo calmo vaga
e senza pentimenti il cuore indaga.
***
Imparo da te, dai figli, dai miei fogli
che la vita è oltre quest’intarsi
di parole, nozze tra fonemi e metro.
Di sera, all’imbrunire, la città
improvvisa uscendo dal casello
sul raccordo appare. Distesa,
palpitante nottiluca; due cani
s’accoppiano fugaci nella rapida
sequenza di fari. – Natura è natura –
mi soffi piano tra l’omero e la nuca,
ché i bambini non sappiano il pudore
miotuo. Ed io sornione rido
a scoprire sublime la vita,
in ogni sua carnale sconcezza, amore:
quando il tuo cuore pulsa, davvero,
non sento pena, più alcun rumore.
***
L’errore è nella passiflora,
nella rosa che non sboccia,
il plumbago che arranca.
Imperfetta forma, la scrittura,
calibra l’esito cercando
nel corpo, nella terra,
la sua vera natura.
Luigi Amendola (Roma, 1951-1997) è stato uno scrittore, drammaturgo, giornalista e poeta, vincitore del Premio Eugenio Montale (1986). Fondatore del trimestrale «Versicolori» (una delle riviste-manifesto della poesia degli anni Ottanta), si è occupato di letteratura per «l’Unità», «la Repubblica» e Radio 3. Nel 1993 ha pubblicato il suo primo romanzo Carteggio del rancore (prefazione di Dacia Maraini) e nel 1994, con il suo libro Segreti d’autore, è iniziata l’avventura dell’editore minimum fax. Lettera a Telemaco (a cura di Giulia Anania, Bizzarro Books, 2022) è la sua prima pubblicazione postuma.
*
Immagine di copertina: Pittura murale del Wat Borom Niwat (Bangkok)
14/10/2022