***
Il silenzio ha detto
la protezione di un cielo,
quello che serve – un tocco,
una rosa canina diventata
trina
– come dire eccomi, guarda,
ogni cosa è
lo sguardo che lasci,
ogni volta
una luce impenetrabile
***
Se potessi farmi
il rumore dell’acqua sulle ossa
il privilegio del suono bianco
mattino presto,
due tazze e un niente intorno
porzione del tuo volto alle prime luci
le dita circondarmi il fianco
come una piazza vuota
che mi fai viva
se potessi farmi
tua aria – stare nel muto delle rispettive
solitudini, capovolgere solitudine
farla lenzuolo
assi parallele che si toccano
dopo il vuoto
dopo il vuoto
dopo, infine
sotto il disgelare di ogni particella
farci passaggio in stagione mite,
mite un bel niente
tutto un canto, tutto un bere
tutto il pieno di un bene
esploderti nella parola eccomi
***
La resina troncale
del larice
suda per dare voce ai morti
– tu, di ordinaria assenza
ricami uno sguardo
e vieni
il tentativo cade a goccia
sopra al fiore inerme
di pervinca, viola notte
immobile: il vuoto
Elisabetta Destasio Vettori (Roma) è editor e consulente editoriale. Dal 1995 lavora nell’ambito delle produzioni teatrali e musicali e collabora con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Dal 2019 è direttrice artistica della rassegna “Poeti in itinere”. È autrice delle sillogi Sogno d’acciaio, Corpo in anime (Annales Edizioni, 2014 e 2015) e Da luoghi profani (Les Flâneurs Edizioni, 2023).
*
Fotografia © May Parlar
08/12/2023